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Cartelle esattoriali notificate via Pec non valide? Ricorsi a pioggia? L'agenzia si inventa la soluzione

13.10.2022 18:10

 

"Il Fisco ha deciso di inserire nei pubblici registri tutte le caselle Pec utilizzate per inviare le cartelle esattoriali ai contribuenti."

Cartelle esattoriali inviate via Pec.

E’ pioggia di ricorsi ed il motivo è presto detto, è infatti la validità del mittente, che provoca la loro nullità.

Motivo per il quale l'Agenzia delle Entrate, come peraltro, ha già fatto in precedenza, con l’impossibilità di ricorrere contro gli estratti di ruoli, rendendo addirittura irretroattiva la norma, stavolta ha deciso di trovare una soluzione: inserire nei pubblici registri tutte le caselle Pec utilizzate per inviare le cartelle esattoriali ai contribuenti.

Cartella esattoriale inviata via Pec, quando è considerata valida

Affinché una cartella esattoriale inviata tramite PEC sia considerata valida, deve essere certo il mittente.

La PEC ha valore legale. Ed è assolutamente equiparabile ad una raccomandata con ricevuta di ritorno. Ma proprio per questo motivo esistono delle regole ben specifiche per il suo invio.

Ad esempio, l’indirizzo di chi invia la posta elettronica certificata deve essere presente in un elenco pubblico (Legge 21 gennaio 1994, n. 53 art. 3-bis). Altrimenti si può ritenere nulla la cartella esattoriale.

Capita spesso, infatti, che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invii le comunicazioni da un indirizzo sbagliato. E che non sia, quindi, compreso negli elenchi degli indirizzi di posta elettronica certificata individuabili.

Come controllare la validità del mittente

Per controllare se l’indirizzo del mittente è ritenuto valido o meno esiste un modo molto semplice e immediato.

Bisogna andare sul sito dell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (abbreviato “iPA”), gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Questo sito è il database che racchiude l’elenco pubblico ufficiale di tutti i domicili digitali della Pubblica Amministrazione. Nonché dei gestori di pubblici servizi.

Gli indirizzi PEC indicati su questo sito sono quelli che i privati e le aziende devono utilizzare per comunicare con la Pubblica Amministrazione. Inoltre, sullo stesso sito, si possono trovare i codici degli uffici di fatturazione elettronica delle Pubbliche Amministrazioni.

Cartella via pec nulla: quando si può impugnare l’atto

Nel caso in cui l’indirizzo da cui proviene la cartella esattoriale non è compreso nell’elenco dell’iPA, è possibile impugnare l’atto. E ciò entro i canonici 60 giorni dal momento del ricevimento della PEC.

La soluzione dell’Agenzia delle Entrate

“La decisione di pubblicare nel registro Ipa gli indirizzi Pec usati per le notifiche delle cartelle e degli atti della riscossione”, hanno fatto sapere fonti della stessa Agenzia, “è stata presa per evitare spese e aggirarvi per contenziosi sia all’ente che agli stessi contribuenti. Ma rimane il fatto”, sottolineano le stesse fonti , “che la legge non impone nessun obbligo di pubblicazione nei pubblici registri o elenchi”

Staff di Redazione Palmeristudi

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