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IMPRESE FEMMINILI, ECCO LE REGOLE PER ACCEDERE AI NUOVI INCENTIVI

03.10.2021 11:31

Il Fondo per l’imprenditoria femminile ha finalmente regole e procedure. Firmato il decreto con i primi 40 milioni, altri 400 arriveranno dal Pnrr

Finalmente dopo quasi otto mesi, il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto attuativo del Fondo per l’imprenditoria femminile, che adesso ha finalmente regole e procedure.

La legge di bilancio 2021 prevedeva fosse emanato all’inizio di marzo. Dopo aver recepito una serie di osservazioni del ministero dell’Economia il testo è ora alla firma anche del ministro Daniele Franco, poi andrà alla Corte dei Conti.

Sono disponibili da subito 40 milioni, successivamente il Fondo potrà essere integrato con i 400 milioni previsti nella missione “Inclusione e coesione” del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la creazione di aziende guidate da donne.

Gli incentivi per le nuove imprese

Per quanto riguarda le agevolazioni, è prevista una differenziazione in caso di costituzione di una nuova azienda oppure di consolidamento di un’impresa già esistente.

Nel primo caso, c’è la possibilità di ottenere contributi a fondo perduto che, entro spese ammissibili di 100mila euro, coprono l’80% fino a un massimo di 50mila euro.

Nel caso in cui le donne siano disoccupate la percentuale massima di copertura sale al 90%. Se il programma prevede invece spese superiori a 100mila euro e fino a 250mila euro, la copertura scende al 50%.

Gli incentivi per le imprese già esistenti

Nel secondo caso, c’è l’opzione “consolidamento”, infatti per le imprese costituite da almeno un anno e massimo tre le agevolazioni si presentano per il 50% come fondo perduto e per un altro 50% come finanziamento agevolato di 8 anni a tasso zero, fino all’80% delle spese ammissibili.

Se invece l’azienda ha più di tre anni le spese di capitale circolante sono agevolate solo con il fondo perduto, quelle di investimento anche con il finanziamento agevolato.

Sono ammissibili le sole spese che risultino sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda oppure, nel caso di persone fisiche, alla data di costituzione dell’impresa o dell’apertura della partita Iva.

E’ anche previsto anche un voucher fino a 5mila euro per impresa da spendere in assistenza tecnica e di gestione dell’impresa (di cui 3mila euro per servizi di Invitalia).

Data di partenza delle domande

Un successivo provvedimento dello Sviluppo economico fisserà la data di partenza delle domande, che andranno presentate online attraverso la piattaforma di Invitalia e poi valutate secondo l’ordine di presentazione con un esame di merito che considera vari criteri dal progetto imprenditoriale alle potenzialità del mercato di riferimento, con una premialità assegnata alle iniziative ad alta tecnologia. Esaurite le risorse, le agevolazioni saranno concesse in misura parziale rispetto all’importo ammissibile. La sede legale e/o operativa dell’impresa, costituita da meno di un anno, deve essere collocata in Italia e sono ammesse anche le persone fisiche che intendono avviare l’attività purché, entro 60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda, trasmettano documentazione sull’avvenuta costituzione. Nel caso di lavoratrici autonome, è l’apertura della partita Iva che va presentata entro i 60 giorni.

Le Risorse

La bozza del decreto di 21 articoli divide gli interventi per le imprese femminili in tre assi:

  • ai primi due - nascita e consolidamento - sono assegnati 32,5 milioni;
  • al terzo, diffusione della cultura imprenditoriale e formazione, 6,2 milioni;
  • mentre 1,3 milioni sono destinati alla gestione della misura affidata a Invitalia.

Il mix di aiuti, tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, si rivolge a quattro categorie di beneficiari:

  1. cooperative e società di persone con ameno il 60% di donne socie;
  2. società di capitale con quote e componenti del cda per almeno due terzi di donne;
  3. imprese individuali la cui titolare è una donna;
  4. lavoratrici autonome.

Sono ammesse attività nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio e del turismo, per programmi di investimento da realizzare entro due anni e con un tetto di spese ammissibili fissato a 250mila euro per nuove imprese e fino a 400mila per quelle già esistenti.

Le spese ammissibili

Le agevolazioni possono essere utilizzate per impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica, immobilizzazioni immateriali, servizi cloud per la gestione aziendale, personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato nell’iniziativa agevolata. Gli incentivi sono concessi con il regime di esenzione delle regole Ue sugli aiuti di Stato se le imprese hanno i requisiti del regolamento europeo Gber, altrimenti secondo i limiti del “de minimis” (aiuti complessivi per 200mila euro in tre anni). C’è la cumulabilità con altri aiuti di Stato.

Il decreto dispone anche le cause ostative per l’ammissione ai benefici, ad esempio se i legali rappresentanti o amministratori sono stati condannati con sentenza definitiva per reati che costituiscono motivo di esclusione dagli appalti. Tra i motivi di revoca, invece, c’è il mancato mantenimento dell’investimento o il trasferimento dell’attività prima che siano trascorsi tre anni dal completamento del programma di spesa.

 

Staff di Redazione Palmeristudi

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