Palmeri-Studi...insieme facciamo crescere la tua azienda


PAROLE IN LIBERTA’

09.06.2020 18:21

Stiamo assistendo ultimamente ad un proliferare di messaggi in diretta tivvù, conferenze stampa, comunicati, interviste, promesse e chi più ne ha più ne metta.

Come recita un antico proverbio italiano “ogni testa è tribunale e chi s’alza per primo la mattina, comanda”.

Come se non fossero abbondantemente bastati i proclami del presidente del consiglio, che ha promesso mari e monti, oltre a potenze di fuoco mai viste, ognuno sulla sua scia, e prendendo esempio nei modi e nei contenuti, si sente legittimato ad aprire la bocca e far uscire parole senza senso.

E’ stato Saviano il primo, lo pseudo scrittore infatti, in diretta televisiva e senza contraddittorio (negato peraltro al presidente dell’Ordine dei Commercialisti, che aveva telefonato in trasmissione) ha accusato milioni di professionisti, di collusioni con ambienti mafiosi e criminali, sostenendo che “sono i consulenti delle aziende ad avviare i propri clienti verso gli usurai”, invece di analizzare il ruolo delle banche, (principali artefici), e di un governo impegnato in vacue conferenze stampa, piuttosto che lavorare e pensare risolvere i problemi delle aziende e dei cittadini italiani.

Giustamente il presidente dell’Inps non poteva essere da meno, in un momento in cui chiunque cerca visibilità, lui non poteva permettersi di rimanere defilato.

Infatti malgrado già si fosse scagliato contro presunti attacchi di hacker (ve lo ricordate quando si presentavano le istanze del bonus 600 euro?) rimediando una figuraccia in mondovisione e dimostrando di non conoscere i meccanismi dell’istituto che rappresenta, ma dimostrando soprattutto, di essere inadeguato alla funzione che svolge, non essendo stato capace di predisporre un sistema in grado di reggere alle centinaia di migliaia di istanze che sarebbero state presentate, invece di star zitto, fare ammenda e risolvere i problemi all’interno del suo istituto, facendo funzionare una macchina per la quale i cittadini italiani hanno speso centinaia di milioni di euro, andava in giro per radio, tivvù e social network, farneticando di attacchi e virus,  ottenendo solo d’essere dileggiato finanche dai vertici di youporn.

Non contento di ciò, invece di pensare a lavorare e capire per quale motivo il suo istituto continua ad essere inefficace ed inaffidabile, non garantendo l’erogazione degli ammortizzatori sociali, sia in forma di “bonus Covid” agli artigiani, commercianti e partite iva, sia in forma di Cassa integrazione (ordinaria od in deroga), ha continuato a lanciarsi in assurdi proclami, indimenticabile il suo “stiamo riempiendo di soldi gli italiani” anche qui rimediando solo dileggio da parte della gente che adesso, sta cominciando anche ad incazzarsi.

Ma, come dice il proverbio “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” malgrado l’inefficienza, che è sotto gli occhi di tutti, del suo istituto, quando ci sono da pagare ancora più di un milione e mezzo di lavoratori che attendono la Cassa Integrazione, sia ordinaria che in deroga, la sua prima mossa è quella di truccare le cifre di chi ancora deve percepire gli ammortizzatori sociali, infatti con un comunicato ufficiale li evidenzia in poco più di quattrocentomila persone, mentre documenti ufficiosi inps (rigorosamente nascosti), ma soprattutto le statistiche di aziende, consulenti del lavoro, e commercialisti che hanno predisposto le istanze, dimostrano che la platea di lavoratori che ancora non ha ricevuto alcun sussidio dal mese di marzo scorso è di circa un milione e quattrocentomila persone, evidentemente  ha imparato per bene, l’arte del mentire da conte e dalla “banda degli onesti” (quelli che sostenevano, nei messaggi al pueblo,  che la cassa integrazione arrivasse ai lavoratori il 15 aprile, anzi prima).

Ma non accontentandosi di questo, arriva ad accusare, in maniera becera, di opportunismo e di pigrizia, le aziende: “Basta scrivere Covid e noi paghiamo, sovvenzionando con la Cig anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50%.  Ma preferiscono non farlo. Per prigrizia, per opportunismo. Tanto c’è lo Stato che paga”.

Affermazioni gravi e che in un momento come questo non fanno altro che gettare benzina sul fuoco, ma affermazioni prive di fondamenti ed esternate senza analizzare i dati aggiornati e riferiti dall’Istat che confermano la grave caduta economica che ci aspettavamo, “la pandemia in un solo anno farà il doppio dei danni portati dalla doppia crisi del 2008-2013”. Affermazioni che dimostrano tutto il disprezzo di questa classe dirigente verso chi, con immani sacrifici, ha deciso di fare impresa, di creare lavoro, di contribuire alla crescita del paese, anche in campo internazionale, a tutto vantaggio di centinaia di migliaia di sfaticati, assistiti con un inutile e dannoso “reddito di cittadinanza” del quale governo ed istituto, vanno fieri.

Ovviamente per costui gli 1,4 milioni di persone che ancora non hanno ricevuto un euro e che non sanno più come fare per campare e gli imprenditori, che, con il loro impegno quotidiano e con la testardaggine tutta italiana che genera eccellenze, hanno anticipato a questo “Stato che paga” i soldi ai propri dipendenti prosciugando la liquidità necessaria per la sopravvivenza all’azienda, sono solo parassiti che aspettano sussidi statali, una visione totalmente deformata ed assurda di milioni di persone che con le loro imprese e con la loro dedizione al lavoro, non solo costituiscono la forza del tessuto produttivo del Paese, ma stanno pagando per supplire alle mancanze della burocrazia statale inefficiente, rappresentata da enti come l’inps e da dirigenti inadeguati come lo stesso Tridico”. 

Parole che giustamente, fanno infuriare gli imprenditori ed i commercianti e che alla lunga contribuiscono alla perdita di fiducia alle imprese in questo Stato e che danneggiano l’immagine del Paese all’estero, dimostrando solo una cosa e cioè che siffatte persone, come il presidente dell’inps e l’intera compagine di governo, non abbiano mai messo piede in un’azienda. Non riescono ad immaginarsi nelle logiche imprenditoriali, artigianali e del commercio, ma soprattutto non riescono a rendersik conto del fatto che nessun artigiano, commerciante, piccolo imprenditore, tutto voglia fuorchè tenere chiusa la propria azienda, alla quale dedica giornalmente la vita.

La vicenda è sconfortante oltre che per l’ingiustizia e i danni che stanno subendo lavoratori e imprenditori dopo mesi di chiusura obbligata, anche perché, continuiamo a ribadirlo con forza, tutto questo atteggiamento fa emergere quanto pregiudizio ci sia in Italia nei confronti delle imprese.

A nessuno importa il fatto che il nostro Paese stia perdendo, pezzo dopo pezzo, parti della propria economia e tutto ciò solo per mancanza di tempestività e di risposte adeguate alla situazione straordinaria da parte del governo, atteggiamenti che stanno mettendo in ginocchio l’Italia, ma che soprattutto non creano affatto le condizioni di una serena ripartenza.

Una cosa però possiamo affermarla senza ombra di dubbio, e cioè che quanto detto dal presidente dell’inps è fondamentalmente sbagliato, basta guardare alla realtà, di imprenditori che malgrado linee guida assurde; che malgrado siano stati abbandonati dallo stato che invece di dar loro una mano nella gestione della ripartenza, li sanziona e li vessa, con ispezioni più che quotidiane; che malgrado tutto ciò, hanno deciso comunque di provarci.

Chiudiamo con l’ultima sparata di Tridico “entro venerdì pagheremo tutta la cassa integrazione” … parole al vento di un presidente in preda al delirio.

Sapete infatti perché non è vero quanto ha affermato? Semplice perché l’inps molte domande ancora deve autorizzarle e senza autorizzazione il datore di lavoro non può inviare i dati dei pagamenti con gli iban... ha mentito, sapendo di mentire, ma tanto dopo Conte che aveva annunciato tutti pagati al 15 aprile, le sue parole non fanno più notizia. Inoltre, grazie al decreto rilancio, scritto da persone che non conoscono né la semplicità, né il diritto, né le basilari regole di funzionamento degli ammortizzatori sociali in Italia, le aziende che a metà giugno termineranno le 9 settimane non potranno presentare le domande prima di inizio settembre. Due mesi in cui i lavoratori non potranno essere né impiegati, né licenziati. Con l'intento di accelerare, il Governo dei fenomeni è riuscito ad allungare ancora di più i tempi di pagamento della Cassa integrazione, con il risultato che le 5 settimane di CIG di maggio, non verranno pagate prima di settembre/ottobre.


Luciano PALMERI© (riproduzione riservata)

—————

Indietro