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Proroga automatica dei contratti a termine

23.07.2020 10:13

Il decreto "Rilancio" disegno di legge di conversione  (DDL n. 1874approvato in via definitiva il 16 luglio 2020 al Senato e in attesa di pubblicazione, ha introdotto una norma (art. 93, comma 1 bis) che non mancherà di far discutere. Si prevede che i contratti di lavoro a tempo determinato (anche in regime di somministrazione), nonché i contratti di apprendistato diverso da quello professionalizzante, siano prorogati per una durata equivalente al periodo in cui l’attività lavorativa è rimasta sospesa a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Quindi succederà che, se un lavoratore a tempo è stato messo in cassa integrazione per un mese, la scadenza del suo contratto slitta per un periodo uguale. Questo effetto si verifica in automatico, senza spazio per una diversa volontà del datore di lavoro, che potrebbe anche non avere interesse o necessità di prorogare i contratti. 

Peraltro, con specifico riferimento ai rapporti di somministrazione a tempo determinato, il legislatore sembrerebbe aver dimenticato che – oltre al contratto tra il lavoratore somministrato e l’agenzia somministratrice – la fattispecie prevede un ulteriore contratto tra l’impresa utilizzatrice e l’agenzia (c.d. contratto commerciale). 

La nuova norma non dice come dovrà essere gestito tale contratto, alimentando un primo dubbio interpretativo circa la possibilità di estendere a quest’ultimo la suddetta proroga automatica: dubbio che sembra, tuttavia, doversi risolvere considerando prorogato per una durata corrispondente anche questo rapporto. 

Come al solito in questi ultimi mesi, vista la scarsa preparazione degli estensori delle norme di legge, non mancheranno le discussioni applicative intorno a questa norma, anche per capire quale impatto ha il periodo di proroga obbligatoria sui diversi “contatori” previsti dalla legge ai fini della durata massima del rapporto (12 mesi) e della possibilità di allungare tale durata fino a 24 mesi in presenza di una c.d. causale.

Tutte questioni che il legislatore non ha considerato e che non mancheranno di generare contenzioso. 

 

 

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