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RIFORMA FISCALE Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il bandolo della matassa misteriosamente scomparso?

24.07.2020 10:42

In questa estate caotica, post lockdown, dove le aziende e gli imprenditori sono impegnati a leccarsi le ferite dopo la crisi epocale, gestita in modo scellerato da un governo totalmente incapace ed incompetente, cercando di capire come fare a risollevare le proprie aziende per salvare contestualmente milioni di posti di lavoro, ecco che si continua nello sport preferito dal presidente del consiglio e dai suoi sodali ministri, il gioco delle promesse e delle chiacchiere a vanvera ed in libertà.

E’ bastato che in audizione parlamentare, il direttore dell'Agenzia delle Entrate aprisse il cantiere delle riforme fiscali, annunciando il superamento del meccanismo attuale di acconti e saldi, che verrebbe sostituito da una liquidazione mensile. (N.d.r. queste le parole del Dr. Ruffini)  "…La liquidazione periodica mensile consentirebbe anche all'erario un flusso costante di entrate e non dei picchi. Tutto questo è un sistema ovviamente soltanto oggetto di una riflessione e sarebbe necessario un intervento normativo…” che subito s’è scatenata all’interno del governo la gara a chi la spara più grossa, senza aver cognizione di causa alcuna, sulla materia.

Infatti seppur l’idea del Dr. Ruffini ha un fondamento e viene fuori da una persona competente, che non s’azzarderebbe mai ad una riforma del fisco, senza prima riformare le norme sulle quali viene determinata la base imponibile (l’abc della materia per intenderci) subito viceministri sedicenti commercialisti ed ex impiegati di caf cominciano i loro sproloqui, parlando di semplicità, facilità ed immediatezza nel pagare le imposte mensilmente e rinunciare per sempre al sistema del "saldo ed acconto" annuale.

La prima impressione che ci siamo fatti, leggendo tali dichiarazioni, sul provvedimento allo studio (oltre al fatto conclarato che chi parlasse non avesse totalmente idea della differenza tra contribuenti ordinari e forfettari, e non sapesse nemmeno da dove si comincia a leggere un bilancio) è che piuttosto che un provvedimento che favorisca gli imprenditori, si tratti di un provvedimento che assicuri allo stato mensilmente una liquidità di cassa.

Prima però di farci prendere dal panico, cerchiamo di capire quanto – a grandi linee – è emerso sin qui, cioè: se abbiamo ben compreso oppure no, visto che solitamente  è tutto un fraintendimento e che siamo tutti talmente stupidi da non riuscire a comprendere quello che dicono gli unti nei loro annunci.

Invece di liquidare le imposte a saldo ed in acconto, per “toglierci il fastidio” (come detto dal ministro gualtieri e dall’ultimamente onnipresente viceministro castelli) degli acconti, potremmo essere chiamati a versare sulla scorta dell’effettivo flusso di cassa, su base mensile.

Tale sistema eliminerebbe di fatto tutti i regimi fiscali attualmente in vigore (forfettari, semplificati, professionisti ed ordinari) ed i contribuenti sarebbero quindi chiamati ad una sorta di contabilità ordinaria “erga omnes”: visto che (come riferisce castelli) sarà la cassa a determinare l’imponibile, ogni movimento finanziario deve essere tracciato, anche perché se si immaginasse una “cassa virtuale” allora la ventilata semplificazione consistente nel consentire di versare solo sulla base di quanto effettivamente è arrivato nelle tasche dei contribuenti, verrebbe immediatamente meno.

Ora anche ammesso che si possa rivoluzionare tutto il regime fiscale, con l’annullamento dei diversi regimi, lasciando impiedi solo il sistema ordinario (cosa di cui dubitiamo fortemente), tutto ciò, per avere un senso - come correttamente evidenziato anche dall’ex ministro Zanetti (commercialista)  nel corso di diverse interviste ed interventi – dovrebbe portare con sé la cancellazione di tutti i vincoli di deducibilità e tutti i paletti di competenza, ma proprio tutti. Quindi, teoricamente e per fare un esempio banale, addio agli ammortamenti. Bene… ma come la mettiamo, per esempio, con gli oneri differiti del personale dipendente? Oppure con la quota di TFR maturata?

Piccoli dettagli che evidenziano il fatto che chi si è accaparrato la tesi di una riforma, ma soprattutto si vuole intestare la delega in bianco che il governo (su indicazione dei ministri pentastellati) dovrebbe concedergli (castelli, ndr) non ha neppure la lontanissima idea di cosa sia una contabilità, di ciò che gli sta dietro e di cosa significhi riformare il sistema dei versamenti (saldo ed acconto) senza prima riformare i criteri per la costruzione di quella che è la base imponibile.

Immaginare quel che si sta immaginando significherebbe prendere il Testo Unico delle Imposte sui Redditi, relegarlo nella cassetta dei ricordi, e ripartire completamente da zero, ma questo pensiero, sono sicuro non ha nemmeno sfiorato le menti degli eletti ministri (a meno che sappiano di cosa stiamo parlando).

Oddio non è che poi, tutto ciò sia una cattiva idea, se si considera che oramai per redigere una dichiarazione dei redditi delle persone fisiche bisogna studiare ed interpretare un tomo da oltre 400 pagine (manco un testo universitario arriva a tanto), per indicare quanto sia diventato assurdamente complesso e contorto il sistema.

 

Ma il tarlo che poco fa mi aveva suggerito un’intuizione, ritorna a tormentarmi e mi fa pensare che, a parte l’ignoranza di chi dovrebbe scrivere una riforma epocale, forse alla fine (come è capitato negli ultimi mesi) continuando nella politica degli annunci e delle promesse vacue, si vuole solo creare solo un’operazione di facciata per anticipare gli introiti, lasciando invariato il grande male: il nostro fisco impazzito, che si arricchirebbe di nuove, ingestibili, incombenze.

E ciò mi viene confermato ancora una volta dal fatto che, come già successo con la gestione delle Cig, da parte di questo governo, nessuno si ricorderà del fatto che potrebbero essere fondamentali i suggerimenti dei professionisti del settore, che quotidianamente operano sul campo, per un ipotetico passaggio epocale di questo tipo.

 Luciano Palmeri
(Riproduzione ©riservata)

 

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