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ROTTAMAZIONE CARTELLE? VUOI LO SCONTO? RINUNCIA ALLA DIFESA!!

16.12.2016 18:47

Rottamazione dei Ruoli Equitalia, a seguito del voto positivo del Senato il decreto fiscale è divenuto legge. Tra le misure divenute definitive quindi, la possibilità della sanatoria delle cartelle è pienamente operativa.

Fate attenzione però, non è tutto oro quel che luccica e gli inviti ad aderire ed i proclami del governo nascondono delle insidie, non abbiate quindi premura ed effettuate un’analisi dettagliata cartella per cartella prima di richiedere la definizione agevolata.

Come prevede il decreto fiscale, l’operazione rottamazione definitiva riguarderà tutti i carichi affidati agli agenti della riscossione, relativi al periodo 2000-2016, potendo riguardare anche il singolo carico (iscritto a ruolo o affidato). Saranno comprese anche le violazioni del codice della Strada, limitate però agli interessi, inclusi quelli per ritardato pagamento. Anche regioni, comuni e province potranno rottamare le cartelle “locali”.

Ovviamente, la cartella, non sparisce, ma i contribuenti debitori potranno estinguere il debito senza corrispondere le sanzioni, gli interessi di mora, le sanzioni e le somme aggiuntive. Chi aderirà avrà tempo per proporre la domanda fino al 31 marzo 2017 e potrà pagare in maniera dilazionata fino a 5 rate, nelle seguenti modalità il 70% delle somme complessivamente dovute dovrà essere versato nell’anno 2017, mentre il restante 30% entro il 2018.

Veniamo adesso alle dolenti note.

 

Da uno studio attento ed approfondito della legge emergono degli aspetti che invece di tutelare il contribuente che aderisce alla “rottamazione” lo penalizzano ed anche pesantemente.

Innanzitutto analizziamo cartella per cartella specialmente quelle degli ultimi 5 anni, poiché questo è il tempo di prescrizione per sanzioni e interessi ed a volte anche per il tributo stesso.

Fate attenzione, prima di aderire alla rottamazione soprattutto al piano di rateazione che detta i tempi di pagamento, infatti seppur le 5 rate scadono nel 2018, non dimenticate che il 70% del debito deve essere estinto entro il 2017, quindi valutate la vostra situazione economica e di liquidità, perché se non si riesce a pagare, tornano sanzioni e interessi delle vecchie cartelle, ed avrete eventualmente interrotto anche i termini di prescrizione.

Questo è un vulnus della legge che ha conseguenze pesanti per il contribuente che per qualsiasi motivo non può pagare, perché oltretutto lo espone nuovamente a tutti gli atti che possono essere messi in atto dall’agente della riscossione quali, pignoramenti, fermi amministrativi ed iscrizioni ipotecarie, con la differenza però, che mentre prima Equitalia, da soggetto privato, aveva dei limiti di accesso a banche dati adesso il nuovo soggetto, rivestendo lo status di ente pubblico, ha mani libere.

Una legge che insomma conviene solo a chi ha i soldi per pagare e che come al solito sta avvenendo sempre più spesso ultimamente, va in direzione contraria allo statuto del contribuente.

Il nostro consiglio, quindi, se si decide di aderire alla definizione agevolata, è quello di vagliare cartella per cartella, controllando per quali convenga l’operazione, quali invece siano prescritte, quante non sia state notificate e, soprattutto, se si è in grado di rispettare il piano di rateizzazione ed i tempi di pagamento.

La cosa più grave inoltre è che la legge introduce anche un vulnus al diritto di difesa: la normativa precisa, infatti, che il debitore debba manifestare all’agente della riscossione la sua volontà di avvalersi della rottamazione rendendo apposita dichiarazione, con le modalità e in conformità alla modulistica predisposta dallo stesso agente della riscossione; in tale dichiarazione il debitore deve indicare, tra l’altro, la pendenza di giudizi aventi ad oggetto i carichi cui si riferisce la dichiarazione, e assumere l’impegno a rinunciare agli stessi e ciò in controtendenza a quanto previsto dallo Statuto del Contribuente sulla parità di rapporto tra stato e contribuente.

Quindi non ci si può difendere e poi pagare se si risulta in torto.

 

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